UN’ORDA DI CREATURE CAVALCA NELL’OSCURITÀ MOTOCICLETTE ASSAI SPECIALI. FERRI UNICI, COSTRUITI PEZZO PER PEZZO DA MANI PELOSE, PIÙ CATTIVI DI CHI LI CAVALCA. ECCO I PEGGIORI. CIOÈ I MIGLIORI.
Non crederete mica che esistono solo le special da esposizione, da bar e da salotto? C’è una moltitudine, un’orda di creature che cavalca nell’oscurità motociclette assai speciali e affascinanti. Ferri unici, spesso macchiati di sangue, costruiti un pezzo alla volta da mani pelose, più cattivi di chi li cavalca. Ne analizzeremo 5. Come il numero della bestia! Ah no, quello è il 666… Se siete di stomaco debole, lasciate stare. Non leggete il resto. Saltate anche i disegni.
Quando la Creatura realizza che spostarsi su quegli enormi scarponi è faticoso, decide di creare un mezzo per andare in giro senza incespicare ogni tre passi. Si procura i pezzi al tramonto, nell’ora dell’aperitivo, massacrando gli sfortunati motociclisti da bar proprio nell’atto di bere il loro spritz. Ne occulta i corpi e depreda le moto. La special viene realizzata, portata in vita e da subito appare deforme e sgraziata. È perfetta. Ha un propulsore elettrico silenziosissimo, e questo è un problema. E siccome l’ego di un Mostro è direttamente proporzionale al rombo della sua moto, via quel motore perfettino, sotto un vecchio mono con scarico apertissimo. Vibra così tanto da far saltare via i bulloni. Un goccio di Loctite per la moto e una spruzzata di WD40 per lui, la chiave del 16 e si sistema tutto.
L’aristocratico succhiasangue all’inizio opta per una flat track per girare in Valacchia. È bellina ma senza faro rischia di abbracciare un abete ad ogni curva. Si sa, lui gira solo di notte. A malincuore la sostituisce con un sidecar, preso usato da Batman. Fa installare una bara al posto del sedile che fu di Robin. Quando fa tardi al lavoro e non c’è tempo di rientrare al castello, si chiude nella cassa in attesa del tramonto. Sulle carene ha lasciato le grafiche coi pipistrelli e lo chiama, amorevolmente, “il mio side-bar”.
Dopo aver provato qualsiasi mezzo a due, tre e quattro ruote, l’essere metà uomo metà pesce si reca dal miglior costruttore di special del Rio delle Amazzoni e gli commissiona un jet-ski con le ruote da motocross. L’intuizione si rivela geniale. Ora passa gran parte del tempo fuor d’acqua a sfrecciare sul bolide. Usa una maschera da sub per i mosquitos e, invece di acchiappare le fanciulle sott’acqua, le rimorchia col fascino del suo water craft.
L’uomo lupo aveva uno scooterone. Avrebbe voluto una moto vera ma il problema erano le marce: con quelle zanne che si ritrova al posto delle unghie, cambiare è una tortura. E poi gli serviva una mano libera per fumare. Era uno scooterone potente, con cui sfidava i motociclisti. Puntualmente perdeva e sbranava il malcapitato. Ora però è cambiato. Ha smesso di fumare (in moto) e ogni sera dà una limata agli artigli. Ha preso un 500 cross, monocilindrico, con la tabella portanumero che fa troppo vintage. A volte mette su le slick e va sui passi a sfidare i motociclisti, il più delle volte vince ma li sbrana lo stesso. Poi fa delle penne spettacolari al chiaro di luna e gli si perdona tutto.
La motocicletta del morto vivente sta in piedi con la ruggine e le preghiere. Ogni giorno perde un pezzo, che sostituisce con un altro più vecchio e malandato. Ogni sera lo Zombie si preoccupa di sgonfiare le gomme, allentare i dadi, screpolare le guarnizioni e sgrassare la catena. È molto simile ad una rat bike ma molto più trasandata. Molte saldature sono saltate e le ha sostituite con gelatina di cervello. Scelta intelligente. Pare tener bene, per ora.
Testo e disegni di Gianpaolo Bertoncin, dalla rubrica The Junkers sul n.53 di Ferro Magazine, Agosto 2020.
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